Tra parole ed emozioni…
Quando si opera all’interno di un’Associazione di volontariato è fondamentale farsi contaminare dall’ambiente in cui si è immersi ed allargare i confini verso il mondo esterno. Con questo presupposto, spesso invitiamo coloro che partecipano alle nostre attività o quanti conoscono la nostra Associazione a mettere per iscritto opinioni, riflessioni e pensieri rispetto alle tematiche e al settore di cui ci occupiamo. A dire il vero sono molti i lavori che spontaneamente ci vengono consegnati, soprattutto da parte di bambini.
Testimonianze
SILVIA _ una bambina ospedalizzata
Un sorriso può aiutare
anche i più malati,
questa iniziativa è stata molto
Gradita da tutti
Grazie
vi ringrazio di questo
sorriso che avete portato in questa stanza
ma spero che lo porterete
in tutto il mondo
FLAVIO S. – Padre di Alice, una bambina ospedalizzata
Durante il periodo in cui mia figlia è stata ricoverata nel reparto di pediatria dell’ospedale di Padova
abbiamo e soprattutto ha avuto lei la fortuna di essere intrattenuta dai clown dell’associazione Dottor
Clown Padova, figure utilissime per il sollievo e la serenità che riescono a dare ai bambini ma anche ai
genitori.
CHIARA – una ragazza della Scuola Secondaria di 1° grado – Levi Civita – Camin (Pd)
…Si vestono in modo molto bizzarro, proprio come dei clown, divertono i bambini e non solo, per far
dimenticare loro la malattia. Proprio una bella attività, anche a me piacerebbe praticarla, però ci si può
iscrivere, al gruppo, solo dopo aver compiuto i 18 anni. Perché vorrei farlo? È ovvio! Credo che aiutare le
persone in difficoltà porti molta soddisfazione e anche ci arricchisca dentro…Si sono presentati in
auditorium tutti con un lungo camice bianco, proprio come quello dei medici, con dei grandi nasi rossi,
alcuni con cappelli insoliti (uno anche a forma di anatra) e scarpe enormi come quelle dei clown. Erano
davvero buffi! Ognuno aveva un proprio nome, che gli era stato affidato in base alle sue qualità…Ci hanno
mostrato alcuni spettacoli con cui divertono i bambini e, devo ammetterlo, sono rimasta molto colpita.
Tutti noi infatti, vedendoli, ci siamo piegati in due dalle risate! Veramente, non avrei mai scommesso che
l’effetto sarebbe stato così devastante…Ti descrivo lo scatch che ho preferito. Tutti fingevano di preparare
una pietanza inserendo in una pentola tanti ingredienti composti da carta igienica. Ad un certo punto la
pentola ha preso fuoco. Tutti si sono messi a correre disordinatamente e alla fine uno, prontamente, ha
messo il coperchio sul pentolino ed il fuoco si è spento. Magari raccontato non è poi così divertente, ma
visto dal vivo ti fa morire dal ridere…Ho perfino ballato, solitamente non mi piace ballare, ma con quella
musica non sono riuscita a resistere…Sono contenta di questa giornata e spero vivamente di incontrare
nuovamente i dottor clown, magari perché no, entrando a far parte del loro gruppo.
SARA – un ragazza della Scuola Secondaria di 1° grado – Levi Civita – Camin (Pd)
Caro nonno ti scrivo per raccontarti la mia curiosa esperienza di sabato 26 novembre. Quella mattina, a
scuola, sono venuti i Dottor clown di Padova e devo ammettere che, per quanto io sia disinteressata al
genere di umorismo dei clown, perché non mi fanno ridere, mi sono proprio divertita. La curiosità di vederli
era molta, ma forse volevo lanciargli una sfida: “riuscirete a farmi ridere?”… Erano due ragazzi e tre ragazze
molto giovani ed una più “anziana” che aveva 47 anni. Indossavano grandi scarpe da clown, larghi
pantaloni, una camicia colorata, il caratteristico naso da clown, alcuni portavano dei cappelli buffi, e
indossavano un camice bianco da dottore sul quale avevano scritto i loro soprannomi… Il loro obiettivo è
quello di far divertire il paziente in modo da renderlo più disponibile a operarsi o a farsi visitare. Per
ottenere questi risultati si servono di diversi strumenti tra cui il principale è comunque il loro insolito
abbigliamento. Inoltre devono avere un grande senso dell’ umorismo e quindi io, che non ne ho molto, non
sarei adatta per questa attività…io ho fatto una domanda e mi sono sentita molto fiera di essere lì tra loro
pur non facendo parte del gruppo…Tornando alla sfida che gli avevo lanciato, posso dire che sono contenta
di avere perso perché mi sono proprio divertita… Caro nonno, questa giornata mi ha fatto riflettere sulla
vita della nonna, a quanto ha sofferto passando metà della sua vita su una sedia a rotelle e con il diabete. E
penso anche a te, che già eri molto solo e adesso che è morta la nonna sei ancora più solo. Poi penso alla
gioia che portiamo quando veniamo da te e dagli zii per le vacanze di Natale. Un Natale che quest’anno,
senza la nonna, sarà completamente diverso. Ti voglio bene, Sara.